Una risposta corale di tutte le più importanti associazioni produttive di Torino e provincia, quella data alla lettera di Maurizio Bufalini, Direttore Generale di Telt, pubblicata lo scorso 29 luglio da La Stampa, in cui il manager chiedeva “un patto sociale che riconosca che quello della Torino-Lione non è altro che un cantiere per una ferrovia che si inserisce in un territorio che ha il diritto di vivere la sua quotidianità e ricercare la propria felicità”.
Un vero e proprio “manifesto” firmato da diciassette associazioni in cui si esprime accordo con quanto espresso da Bufalini , richiedendo che “quello della TAV diventi un cantiere normale, come tanti, invece di essere la vittima di un dissenso che ha perso ogni motivazione, trasformando la protesta in vandalismo organizzato”.
Tra gli ispiratori e i firmatari del “Manifesto pro TAV c’è la Fai provinciale di Torino che, tramite il suo presidente Enco Pompilio D’Alicandro, ha subito dichiarato: “L’interrogativo sollevato su La Stampa del 29 luglio scorso da su cosa sia davvero la felicità, non è una riflessione retorica, ma un richiamo serio e concreto al senso civico che dovrebbe animare ogni comunità.
Quel senso civico che accoglie e difende il dissenso quando si esprime come una festa di popolo, ma che va contrastato con fermezza quando degenera in violenza cieca. Una violenza che, oltre a generare danni e costi, finisce per danneggiare anche chi manifesta civilmente, svuotando la protesta del suo significato autentico e trasformandola, appunto, in qualcos’altro.
Nella lettera di Bufalini troviamo tutti gli elementi necessari per comprendere come oggi la Torino-Lione non sia più un’ipotesi, un progetto o un semplice tracciato su carta, ma una realtà in divenire.
Da parte nostra, non solo sottoscriviamo parola per parola quanto scritto dal Direttore Generale di Telt, ma ci uniamo con convinzione alla sua richiesta di una nuova forma di interlocuzione.
È proprio questo che oggi serve: un patto sociale che riconosca come la Torino-Lione rappresenti un elemento essenziale per lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio. Un’opera che contribuirà al miglioramento dell’impatto ambientale del sistema dei trasporti e della logistica — linfa vitale dell’economia italiana — liberando il Nord-Ovest dall’isolamento e rendendolo il baricentro naturale dei traffici da e verso il Centro e il Nord Europa.
La Fai c’è. Noi ci siamo”.
Gli Ambassador al Forum Transizione
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