Con l’arrivo del nuovo anno, anche il mondo dell’autotrasporto di Torino e provincia si prepara a fronteggiare le sfide del 2025, un anno che si preannuncia ricco di incognite. La congiuntura economica italiana impone alle aziende di adattarsi per poter competere efficacemente e contribuire alla crescita del Paese. Per fare il punto della situazione del settore sul nostro territorio, abbiamo intervistato Gian Luca Timossi, segretario provinciale della FAI Torino.
Timossi, come descriverebbe l’anno appena concluso per il settore dell’autotrasporto torinese?
“Il 2024 è stato un anno contraddistinto da toni di chiaroscuro, con luci e ombre che hanno segnato in particolare il territorio. Le difficoltà legate alla situazione di Stellantis e all’intero indotto automotive hanno avuto un impatto notevole, soprattutto per quelle aziende di autotrasporto più legate al settore. Molte hanno registrato un calo del lavoro significativo, con le imprese maggiormente dipendenti dall’automotive che, nel secondo semestre dell’anno, sono state costrette ad attingere alla cassa integrazione. D’altro canto, anche i consumi nel periodo natalizio, seppure soddisfacenti, sono stati inferiori rispetto agli anni precedenti portando a una riduzione delle marginalità per molte aziende del settore.”
Il tema della carenza di autisti è ancora un problema per le aziende?
“Purtroppo sì. Nonostante il calo della domanda abbia in qualche modo attenuato temporaneamente la gravità della situazione, il problema resta molto serio. La FAI è impegnata a cercare fondi, anche attraverso il supporto degli enti locali, per avviare programmi di selezione e formazione di nuovi autisti, da mettere in contatto con le aziende che ne hanno bisogno. Tuttavia, il vero ostacolo non è tanto la disponibilità di risorse, quanto la difficoltà di attrarre persone verso questa professione. I giovani, infatti, non vedono l’autotrasporto come un settore appetibile.”
Oltre alla carenza di autisti, c’è anche il problema di un parco circolante obsoleto. Qual è la sua opinione?
“L’obsolescenza del parco circolante è un problema ormai antico e ha impatti sia in termini economici che di immagine. I veicoli più vecchi consumano molto di più rispetto ai modelli più moderni e, inoltre, la crescente sensibilità dell’opinione pubblica verso i temi ambientali contribuisce a dipingere il nostro settore sotto una luce negativa. Questo, a sua volta, allontana ulteriormente i giovani dalla professione. Sarebbe fondamentale adottare misure strutturali che facilitino il rinnovamento del parco mezzi. Ad oggi, i contributi pubblici disponibili per l’acquisto di nuovi veicoli sono insufficienti e arrivano con notevole ritardo. Servirebbe una maggiore velocità e maggiore supporto, affinché gli autotrasportatori possano rinnovare la propria flotta senza gravare eccessivamente sulle proprie finanze.”
Cosa intende per “agevolazione maggiore” per il rinnovamento del parco circolante?
“Quello che serve è una maggiore facilitazione nell’accesso al credito. Proporrei un intervento statale che garantisca una parte significativa del costo di acquisto dei veicoli, come ad esempio una copertura almeno pari almeno al 50%, da parte di enti come Mediocredito. Questo permetterebbe alle aziende di ottenere più facilmente i finanziamenti necessari per il rinnovo dei mezzi, senza dover affrontare procedure burocratiche complicate e senza che solo le aziende più grandi o strutturate abbiano la possibilità di accedere ai fondi. Un sistema di garanzia pubblica potrebbe infatti ridurre le disparità di accesso ai contributi e rendere il settore più competitivo.”
FAI Torino come supporta le aziende associate, in particolare in questo periodo di incertezze?
“La FAI Torino è al fianco delle aziende associate, supportandole ogni giorno con una serie di servizi che agevolano la gestione delle attività. Collaboriamo con partner altamente qualificati nel settore dei pedaggi, della telematica, della gestione delle manutenzioni, dei consumi e dello stile di guida, oltre a offrire consulenza legale e fiscale. Ma non ci fermiamo qui: uno degli obiettivi principali della nostra associazione è anche favorire il ricambio generazionale, un passaggio che per molte aziende è già una realtà, con diverse imprese giunte alla seconda o terza generazione. Tuttavia, il futuro pone i giovani a sfide ancora più complesse di quelle affrontate dai loro padri, e il ricambio generazionale implicherà anche un cambiamento culturale. È fondamentale che le nuove leve non vedano nell’azienda soltanto un’attività di trasporto e logistica, ma un’impresa moderna fatta di competenza e innovazione, che deve confrontarsi di continuo con la velocità dei tempi, senza abbandonare mai la passione che ha animato le generazioni precedenti.”
Come vede il futuro dell’autotrasporto e quale sarà la sfida principale per il 2025?
“Il 2025 sarà un anno cruciale, di transizione, in cui il settore dovrà affrontare sfide economiche e sociali che potrebbero cambiarne il volto. L’autotrasporto italiano è ‘terra di conquista’ da parte di molti operatori europei, aziende di maggiori dimensioni, ben strutturate, la cui attività è spesso agevolata da politiche maggiormente favorevoli. Torino e il Piemonte, inoltre, soffrono di un isolamento logistico, dovuto all’annosa questione dei valichi alpini, alla mancanza della tangenziale Est di Torino, agli onnipresenti cantieri che rallentano i viaggi verso la Liguria, che certo non giova agli operatori dell’autotrasporto del territorio. La sfida principale sarà quella di trovare un equilibrio tra sostenibilità economica, innovazione e adattamento a queste situazioni che ancora non trovano soluzione. Se da parte degli organi competenti non ci sarà una visione a lungo termine, rischiamo di vedere un’ulteriore erosione delle marginalità e una crescente difficoltà per le piccole e medie imprese di sopravvivere. È quindi fondamentale promuovere politiche e investimenti che rendano l’autotrasporto torinese e italiano più competitivo, sicuro e sostenibile.”
In conclusione quale messaggio FAI Torino vuole lanciare alle imprese e agli operatori del settore per il 2025?
“Il cambiamento è inevitabile, ma può essere affrontato con successo. Occorre però lavorare in due direzioni: la prima è la formazione e la seconda è la capacità di lavorare insieme. Per quanto riguarda la formazione, le aziende devono saper guardare oltre la semplice operatività quotidiana: avere autisti e collaboratori preparati e sempre aggiornati costituisce un valore per l’impresa e un vantaggio competitivo. Per quanto riguarda la capacità di lavorare insieme, facendo massa critica, attraverso accordi di collaborazione o consorziandosi, come dimostra sul nostro territorio l’esempio virtuoso di Mole Logistica, consente di incrementare gli investimenti in innovazione, sostenibilità e formazione e aumentare la competitività. Per quanto riguarda il 2025, sarà sicuramente un anno complesso, non semplice, ma anche ricco di opportunità per chi saprà affrontarlo con la giusta mentalità.”
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